Angolo di Eugenio storie e leggende del Mondo.
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orchidea
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Maurizio cz70
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Re: Angolo di Eugenio storie e leggende del Mondo.
https://www.youtube.com/watch?v=zb0gISggNds&feature=related Buona notte , Sogni Doro
eugenio- utente molto popolare
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Re: Angolo di Eugenio storie e leggende del Mondo.
Buona sera amici tutti. Siamo diventati neri! Neri!! Neri!!! Siamo diventati neri; come un carbon...
eugenio- utente molto popolare
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Re: Angolo di Eugenio storie e leggende del Mondo.
Racconto allegorico C'era una ragazza bellissima di nome Federica, incantevole, ma molto povera. Era sposata con un uomo modesto, un impiegato, che tuttavia era molto gentile e simpatico. Lei era infelice, perché sognava il lusso, la ricchezza, e un giorno come tanti, ricevette per errore un invito ad un ballo, il quale era destinato ad un'omonima ragazza, appartenente all'alta società. Il marito avrebbe voluto portare l'invito alla vera destinataria, ma la moglie si ostinava a voler partecipare. Non aveva gli abiti adatti e neppure nessun gioiello da mettere perciò si disperava; il marito allora, pur di farla felice, spese tutti i risparmi per comprarle l'abito. Per i gioielli invece, decise di rivolgersi ad una sua amica, la quale le prestò una bellissima collana di diamanti. Giunta alla festa, ricevette molti complimenti e per tutta ala serata fu al centro dell'attenzione; ballando si divertì al punto di non accorgersi che si erano fatte le quattro del mattino. Euforica e inebriata dal successo non si accorse di un piccolo ostacolo cui era rimasta impigliata la collana. In un attimo le perle di diamanti si sfilarono e si diffusero ovunque. Si mise subito alla ricerca delle perle, giorno dopo giorno e notte dopo notte. Si avventurò dentro un tombino, inseguì un gatto che aveva mangiato una delle perle, ne ricostruì con le sue mani una che era stata schiacciata, rischiò di venire investita da un'auto, si azzuffò con una barbona che ne aveva presa una. Passarono vent'anni e Federica ricompose tutta la collana. Era diventava vecchia, gobba, molto brutta, talmente malconcia che si stentava a riconoscerla. Tornò a casa, non ritrovò il marito, che nel frattempo se ne era andato dandola per dispersa. Ma il suo compito era di riportare la collana all'amica. Si presentò davanti alla casa della donna, anch'essa cambiata con gli anni. La donna però stentava a riconoscerla e dopo essersi presentata, Federica restituì la collana. La donna risalì allora a quell'episodio e scoppiò in una grande risata: infatti le rivelò che era nient'altro che un falso e non valeva niente. L'allegoria nella storia: Una persona insegue qualcosa di apparentemente bello, prezioso, sciupa la propria vita e si annulla per l'oggetto del suo desiderio. Questo però sfugge in continuazione e la persona si danna nel tentativo di raggiungerlo, e quando poi finalmente viene preso il “tesoro” dimostra tutta la sua falsità e si rivela solo un abbaglio. Intanto però ciò che di buono si aveva è svanito: nel caso di Federica una vita modesta, ma serena, la bellezza e la giovinezza, un marito umile, ma fedele, tutto è irrimediabilmente perso. (segue)
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Re: Angolo di Eugenio storie e leggende del Mondo.
comunque sia! Il tempo di leggere i miei poster non vi manca! Quando si va in ferie cosa si deve fare sotto l'ombrellone se non leggere? Mangiare, bere, prendere il sole, fare il bagno e asciuga, ma se leggiamo qualcosa, il tempo di guardare le gambe delle belle donne che sono tante... penso che volendo lo troviamo! E all'ora fate come vi dico! perche siete giovani e non sbagliate mai con il portatile: uno sguardo alla lettura uno sguardo alle donne, cosi sarete giudicate come persone serie che studia, e la stessa cosa penseranno i ragazzi e le ragazze sarà impegnato per esami di maturità? Forse sta facendo delle ricerche? Poi magari il marito si mette pancia in giù per cercare il petrolio? guardando a pochi metri qualche frutto proibito? La sera poi sotto le lenzuola! Moglie mia che giornataccia... ha studiare sotto il sole mentre tu facevi il bagno... Amore ti prometto che domani il portatile lo lascerò a casa, cosi sarò piu rilassato e mi dedicherò a te tutta la notte....Admin ha scritto:Ciao Eugenio, mi hai dato da leggere per un mese, ma quando mi spiccio?? Mi devo portare il portatile anche sotto l'ombrellone?
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Re: Angolo di Eugenio storie e leggende del Mondo.
https://www.youtube.com/watch?v=I2znAqF7_Cw
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Re: Angolo di Eugenio storie e leggende del Mondo.
https://www.youtube.com/watch?v=DtnvtFKSjUs&feature=list_related&playnext=1&list=AVGxdCwVVULXdvHv-bi1lyPQ6VmMG3ow8N
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Re: Angolo di Eugenio storie e leggende del Mondo.
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Ultima modifica di eugenio il Lun Set 12, 2011 11:38 am - modificato 1 volta.
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Re: Angolo di Eugenio storie e leggende del Mondo.
https://www.youtube.com/watch?v=9y9RKkZP0uc&feature=related
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Re: Angolo di Eugenio storie e leggende del Mondo.
Grazie Eugenio..bellissima canzone...
orchidea- utente molto popolare
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Re: Angolo di Eugenio storie e leggende del Mondo.
Grazie " Lux." Le tue parole mi danno la forza di scrivere sempre di più! sei una donna forte e piena di risorse. ma nello stesso tempo sai ascoltare col cuore e, con la mente se una donna decisa ma anche sensibile... grazie Ciao orchidea grazie per il tuo apprezzamento sulla canzone.
Ultima modifica di eugenio il Lun Set 19, 2011 11:39 pm - modificato 1 volta.
eugenio- utente molto popolare
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Re: Angolo di Eugenio storie e leggende del Mondo.
Mi hai descritta perfettamente Eugenio..............sono particolarmente sensibile e ascolto molto con il cuore, forse troppo!
Lux- Utente popolarissimo
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Re: Angolo di Eugenio storie e leggende del Mondo.
uno spazio pieno di belle cose grandi ideali bravo ad eugenio ma sei di Sellia?
Maurizio cz70- utente popolare
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Re: Angolo di Eugenio storie e leggende del Mondo.
Maurizio cz 70. Sono di Sellia è sono orgoglioso di esserlo? i miei ideali non sono certo quelli che tu pensi, ma sono tutta altra cosa, in quanto hai tuoi interrogativi tienili per te: perche un giorno non lontano ti potranno tornare utili?
Ultima modifica di eugenio il Lun Set 26, 2011 10:39 pm - modificato 1 volta.
eugenio- utente molto popolare
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Re: Angolo di Eugenio storie e leggende del Mondo.
Tu e io non siamo che una cosa sola.
Non posso farti del male senza ferirmi
Gandhi
Gli anni sono stati gentili con me. Ma i mesi e i giorni sono stati un pò sgarbati
Charlie Brown
La felicità non esiste. Di conseguenza non ci resta che provare ad essere felici senza.
Jerry Lewis
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eugenio- utente molto popolare
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Re: Angolo di Eugenio storie e leggende del Mondo.
Quali sono i nostri sogni? A cosa siamo disposti ad arrivare pur di realizzarli?
Anche a compromettere tutti noi stessi, a dare la vita?
Per poter dire “ho grandi ideali” l’ importante è che nel suo piccolo ciascuno di noi riesca a cambiare ogni giorno qualcosa in meglio.
LE SCELTE
Estate: tempo di mare, di spiaggia, di sole, di divertimenti… Ma è davvero solo relax? Ovviamente la domanda è retorica, quindi no! L’estate è una specie di sipario sull’anno passato, molto più che Capodanno, un momento in cui tante parentesi si chiudono e altrettante se ne aprono. Momento di scelte quindi! Non spaventatevi, le vacanze non ve le toglie nessuno, e certamente non è il caso di vivere col patema e l’angoscia! D’altra parte non è nemmeno il caso di prendela sotto gamba: non è staccare la spina dalla quotidianità dell’intero anno ma un’occasione da non sottovalutare per riflettere e rileggere l’intero anno. Ma cosa c’entra tutto questo con l’ “essere preziosi”?
TU SEI PREZIOSO AI MIEI OCCHI
Cosa vuol dire cosa c’entra? C’entra eccome! Sentirsi preziosi agli occhi di qualcuno può avere diversi significati, diverse sfumature…e nella scelta, di certo, un occhio di riguardo (se l’occhio poi è il Suo, tanto di cappello!!!) è importante: se senti di essere amato sei portato a compiere delle scelte in nome di quello stesso amore. Saggezza salesiana? Certo, ma non solo!
E DIO…?
Le scelte grandi si fanno accompagnate da grandi ideali, se nella nostra vita non mettiamo Dio al primo posto, nessuno ci dà la forza per scegliere cose grandi.
Dio, che ruolo gioca in questa partita? Lo vogliamo tenere in panchina o mette in attacco?
Fidarsi e affidarsi fa paura, a volte ci manteniamo distanti perché non vogliamo sentire quello che ha da dirci; che cosa vorrà mai? Fa tanto comodo ascoltare solo quello che ci sembra più facile da accettare… farGli dire quello che noi vogliamo sentirci dire, rassicurarci…
Solo quando si ha il cuore libero da pregiudizi, egoismi e manie di grandezza si troverà il vero coraggio di seguirlo e di fidarsi.
L’ estate è proprio il momento giusto per mettersi in gioco, per concretizzare e sperimentare direttamente che siamo preziosi ai suoi occhi! Perché chi si sente amato, ama ed Amore chiama Amore.
DONARE E DONARSI
Di conseguenza: quale modo migliore per sentirci preziosi, se non amando a nostra volta?
Chi è destinato a qualcosa di grande, deve per forza aver imparato ad Amare, perché alla base delle cose grandi c’ è sempre l’ Amore; però, Amare vuol dire anche un po’ morire, perché si deve essere disposti anche a soffrire, per la felicità dell’altro. Ecco perché tutti coloro che hanno Amato veramente hanno anche sofferto: non c’ è Amore vero senza disponibilità al sacrificio. In fondo, c’ è qualche motivo in più se un ragazzo sceglie di passare l’ intera giornata a fare animazione, senza essere pagato, sotto il sole, rincorrendo un pallone, quando potrebbe essere nel relax totale e meritato sotto l’ ombrellone o in montagna.
Già, l’ estate si prefigura come una gran bella palestra: arriveremo distrutti, sfiniti, sicuramente cambiati, chi più chi meno, e magari quando ci chiederanno “ come hai passato l ‘estate?” farà uno strano effetto pensare a tutto quello che avremmo potuto fare: vacanze, crociere, nottate con gli amici, e a quello che in realtà abbiamo fatto… ma chi ce lo ha fatto fare?!?
Forse è questo: è perché vogliamo tutti imparare a voler bene che ci mettiamo in gioco, che passiamo le nostre giornate in mezzo ai bambini che urlano e che a volte ci fanno schizzare la testa, o quando basta guardare un bambino per sentirsi smascherati completamente, per vedere abbattute tutte le nostre difese, tutte le barriere che ci siamo costruiti con gli altri. Un bambino ha la capacità di vedere quello che sei veramente, senza filtri… Non c’ è nessuno di più grande di un bambino, e di chi si china per aiutare un bambino.
Tante volte sentiamo parlare di “qualcosa di più grande”, senza sapere cosa sia o come si possa fare per arrivarci. Certo è che arrivare in alto costa fatica, e tanta pazienza; a volte ci soffermiamo troppo a pensare a quanto stiamo soffrendo, a quanto sacrificio per raggiungere i nostri obiettivi che ci dimentichiamo di quello che invece c’è di positivo, perdiamo di vista la bellezza del panorama dall’ alto, presi come siamo da noi stessi.
La vita è un dono, è una fortuna, una felicità che non possiamo tenere solo per noi stessi, esistiamo per ridonare a nostra volta quello che abbiamo ricevuto per questo famoso diritto a qualcosa di più grande.
Amare significa anche sporcarsi le mani… E tu, rifiuterai?
Pensieri della veglia vocazionale
Anche a compromettere tutti noi stessi, a dare la vita?
Per poter dire “ho grandi ideali” l’ importante è che nel suo piccolo ciascuno di noi riesca a cambiare ogni giorno qualcosa in meglio.
LE SCELTE
Estate: tempo di mare, di spiaggia, di sole, di divertimenti… Ma è davvero solo relax? Ovviamente la domanda è retorica, quindi no! L’estate è una specie di sipario sull’anno passato, molto più che Capodanno, un momento in cui tante parentesi si chiudono e altrettante se ne aprono. Momento di scelte quindi! Non spaventatevi, le vacanze non ve le toglie nessuno, e certamente non è il caso di vivere col patema e l’angoscia! D’altra parte non è nemmeno il caso di prendela sotto gamba: non è staccare la spina dalla quotidianità dell’intero anno ma un’occasione da non sottovalutare per riflettere e rileggere l’intero anno. Ma cosa c’entra tutto questo con l’ “essere preziosi”?
TU SEI PREZIOSO AI MIEI OCCHI
Cosa vuol dire cosa c’entra? C’entra eccome! Sentirsi preziosi agli occhi di qualcuno può avere diversi significati, diverse sfumature…e nella scelta, di certo, un occhio di riguardo (se l’occhio poi è il Suo, tanto di cappello!!!) è importante: se senti di essere amato sei portato a compiere delle scelte in nome di quello stesso amore. Saggezza salesiana? Certo, ma non solo!
E DIO…?
Le scelte grandi si fanno accompagnate da grandi ideali, se nella nostra vita non mettiamo Dio al primo posto, nessuno ci dà la forza per scegliere cose grandi.
Dio, che ruolo gioca in questa partita? Lo vogliamo tenere in panchina o mette in attacco?
Fidarsi e affidarsi fa paura, a volte ci manteniamo distanti perché non vogliamo sentire quello che ha da dirci; che cosa vorrà mai? Fa tanto comodo ascoltare solo quello che ci sembra più facile da accettare… farGli dire quello che noi vogliamo sentirci dire, rassicurarci…
Solo quando si ha il cuore libero da pregiudizi, egoismi e manie di grandezza si troverà il vero coraggio di seguirlo e di fidarsi.
L’ estate è proprio il momento giusto per mettersi in gioco, per concretizzare e sperimentare direttamente che siamo preziosi ai suoi occhi! Perché chi si sente amato, ama ed Amore chiama Amore.
DONARE E DONARSI
Di conseguenza: quale modo migliore per sentirci preziosi, se non amando a nostra volta?
Chi è destinato a qualcosa di grande, deve per forza aver imparato ad Amare, perché alla base delle cose grandi c’ è sempre l’ Amore; però, Amare vuol dire anche un po’ morire, perché si deve essere disposti anche a soffrire, per la felicità dell’altro. Ecco perché tutti coloro che hanno Amato veramente hanno anche sofferto: non c’ è Amore vero senza disponibilità al sacrificio. In fondo, c’ è qualche motivo in più se un ragazzo sceglie di passare l’ intera giornata a fare animazione, senza essere pagato, sotto il sole, rincorrendo un pallone, quando potrebbe essere nel relax totale e meritato sotto l’ ombrellone o in montagna.
Già, l’ estate si prefigura come una gran bella palestra: arriveremo distrutti, sfiniti, sicuramente cambiati, chi più chi meno, e magari quando ci chiederanno “ come hai passato l ‘estate?” farà uno strano effetto pensare a tutto quello che avremmo potuto fare: vacanze, crociere, nottate con gli amici, e a quello che in realtà abbiamo fatto… ma chi ce lo ha fatto fare?!?
Forse è questo: è perché vogliamo tutti imparare a voler bene che ci mettiamo in gioco, che passiamo le nostre giornate in mezzo ai bambini che urlano e che a volte ci fanno schizzare la testa, o quando basta guardare un bambino per sentirsi smascherati completamente, per vedere abbattute tutte le nostre difese, tutte le barriere che ci siamo costruiti con gli altri. Un bambino ha la capacità di vedere quello che sei veramente, senza filtri… Non c’ è nessuno di più grande di un bambino, e di chi si china per aiutare un bambino.
Tante volte sentiamo parlare di “qualcosa di più grande”, senza sapere cosa sia o come si possa fare per arrivarci. Certo è che arrivare in alto costa fatica, e tanta pazienza; a volte ci soffermiamo troppo a pensare a quanto stiamo soffrendo, a quanto sacrificio per raggiungere i nostri obiettivi che ci dimentichiamo di quello che invece c’è di positivo, perdiamo di vista la bellezza del panorama dall’ alto, presi come siamo da noi stessi.
La vita è un dono, è una fortuna, una felicità che non possiamo tenere solo per noi stessi, esistiamo per ridonare a nostra volta quello che abbiamo ricevuto per questo famoso diritto a qualcosa di più grande.
Amare significa anche sporcarsi le mani… E tu, rifiuterai?
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Re: Angolo di Eugenio storie e leggende del Mondo.
Bibi David ( da Caffè Europa) Edith Wharton, In Marocco-Harem, moschee e cerimonie”, Editori Riuniti, pp.201 Euro14,50
Libertà, evasione e fuga: questo era il Marocco per Edith Wharton, la scrittrice americana de L’età dell’innocenza,quando nell’autunno del 1917, in piena guerra, lascio’ Parigi per avventurarsi in quell’allora inesplorato lembo di territorio africano. Come uscire dalla grettezza di una fosca quotidianità? La via migliore era, penso’ la Wharton, perdersi per un po’ in una terra lontana, nutrita d’incanto, dove non esistevano guide turistiche né cartine. Da quel penetrare nel mistero nacque un ricco diario di viaggio: In Marocco-Harem, moschee e cerimonie”(Editori Riuniti). Il deserto, con una luce che annienta i contorni delle cose, è morte e anelito al divino, squallore e sogno. La scrittrice racconta i miraggi di una sabbia rosata, ai margini dell’irrealtà, il chiasso delle piazze marocchine invase da cantastorie, venditori di acqua, incantatori di serpenti con caftani colorati, donne con i piedi neri dipinti di hennè; rievoca le tinte del mercato di Marrakech, con i banchi di petali di rosa e i sacchi di pepe, gli odori inconfondibili del tè con le foglie di menta di Salè, città dall’uva dorata e dai melograni rossi come la ruggine ma anche città dei pirati. La civiltà marocchina, cosi’ prossima all’Africa nera, ci dice la scrittrice, è la civiltà dalle eterne contraddizioni, stagnante e florida al contempo. Qui i personaggi de Le mille e una notte, califfi, principi e re, si confondono con i nomadi e i mendicanti, sotto i tetti di paglia marciti dei suk, dove i cani scheletrici si aggirano in cerca di immondizia, sotto i minareti imponenti di Rabat o nella malinconica Fes. In Marocco “nulla dura se non la mutevolezza”, in un presente pero’ che è un passato prolungato in eterno. La Wharton scrive: “tremi continuamente per paura che entri la persona di Porlock”, il visitatore che interruppe S. T. Coleridge mentre scriveva la poesia ‘Kubla Khan’, perché il confine fra veglia e illusione ha contorni tutt’altro che nitidi. Le tombe dei santoni, i koubba, affiancano i mercati di frutta candita, drappi, cipolle viola e frittelle dorate, le storie arabe di geni malvagi che prendono le sembianze di tempeste di sabbia assalendo le carovane di cammelli si mischiano a leggende religiose, i popoli che hanno sfiorato il Marocco, i berberi ribelli di Blad-el-Siba, gli uomini velati del sud, i tuareg, sono specchio di una architettura fatta di cupole gigantesche, moschee, madrase. Le cerimonie rituali come l’Aid-el-Kebir, il sacrificio della pecora, ricordano antiche usanze tribali, ma anche episodi dei testi biblici. Ogni cosa è pure il suo contrario. Solamente un’ombra ottenebra il soggiorno della Wharton:la vista degli harem, i palazzi dei nobili locali. Le donne marocchine sono rinchiuse da mesi, a volte da anni, in incantevoli prigioni fatte di arabeschi e fiori primaverili dipinti sui vasi, pallide sotto i veli e i diademi, immobili come statue, paralizzate in una apatia senza tempo, in una “sensualità priva di seduzione”. Molte di loro, prima di finire in quegli appartamenti, erano libere di camminare per le strade e assaporare i profumi delle città.Ora i loro sguardi non sono piu’ sofferenti né rassegnati per un destino beffardo, come forse erano all’inizio, perché l’oblio ha sconfitto la memoria. “Forse è meglio che nessuno proveniente dal mondo esterno venga a ricordare a queste creature indifferenti che da qualche parte i gabbiani danzano sull’Atlantico e il vento mormora fra i boschetti di palme”, commenta , alla fine, con amarezza la Wharton. E approfitta per dirci che dovunque la schiavitu’ sta nel rimanere bloccati, immobili, mentre l’evasione è quel guardare oltre, quel volare con la mente e con il corpo che si ha nel viaggiare e nello scrivere.
Libertà, evasione e fuga: questo era il Marocco per Edith Wharton, la scrittrice americana de L’età dell’innocenza,quando nell’autunno del 1917, in piena guerra, lascio’ Parigi per avventurarsi in quell’allora inesplorato lembo di territorio africano. Come uscire dalla grettezza di una fosca quotidianità? La via migliore era, penso’ la Wharton, perdersi per un po’ in una terra lontana, nutrita d’incanto, dove non esistevano guide turistiche né cartine. Da quel penetrare nel mistero nacque un ricco diario di viaggio: In Marocco-Harem, moschee e cerimonie”(Editori Riuniti). Il deserto, con una luce che annienta i contorni delle cose, è morte e anelito al divino, squallore e sogno. La scrittrice racconta i miraggi di una sabbia rosata, ai margini dell’irrealtà, il chiasso delle piazze marocchine invase da cantastorie, venditori di acqua, incantatori di serpenti con caftani colorati, donne con i piedi neri dipinti di hennè; rievoca le tinte del mercato di Marrakech, con i banchi di petali di rosa e i sacchi di pepe, gli odori inconfondibili del tè con le foglie di menta di Salè, città dall’uva dorata e dai melograni rossi come la ruggine ma anche città dei pirati. La civiltà marocchina, cosi’ prossima all’Africa nera, ci dice la scrittrice, è la civiltà dalle eterne contraddizioni, stagnante e florida al contempo. Qui i personaggi de Le mille e una notte, califfi, principi e re, si confondono con i nomadi e i mendicanti, sotto i tetti di paglia marciti dei suk, dove i cani scheletrici si aggirano in cerca di immondizia, sotto i minareti imponenti di Rabat o nella malinconica Fes. In Marocco “nulla dura se non la mutevolezza”, in un presente pero’ che è un passato prolungato in eterno. La Wharton scrive: “tremi continuamente per paura che entri la persona di Porlock”, il visitatore che interruppe S. T. Coleridge mentre scriveva la poesia ‘Kubla Khan’, perché il confine fra veglia e illusione ha contorni tutt’altro che nitidi. Le tombe dei santoni, i koubba, affiancano i mercati di frutta candita, drappi, cipolle viola e frittelle dorate, le storie arabe di geni malvagi che prendono le sembianze di tempeste di sabbia assalendo le carovane di cammelli si mischiano a leggende religiose, i popoli che hanno sfiorato il Marocco, i berberi ribelli di Blad-el-Siba, gli uomini velati del sud, i tuareg, sono specchio di una architettura fatta di cupole gigantesche, moschee, madrase. Le cerimonie rituali come l’Aid-el-Kebir, il sacrificio della pecora, ricordano antiche usanze tribali, ma anche episodi dei testi biblici. Ogni cosa è pure il suo contrario. Solamente un’ombra ottenebra il soggiorno della Wharton:la vista degli harem, i palazzi dei nobili locali. Le donne marocchine sono rinchiuse da mesi, a volte da anni, in incantevoli prigioni fatte di arabeschi e fiori primaverili dipinti sui vasi, pallide sotto i veli e i diademi, immobili come statue, paralizzate in una apatia senza tempo, in una “sensualità priva di seduzione”. Molte di loro, prima di finire in quegli appartamenti, erano libere di camminare per le strade e assaporare i profumi delle città.Ora i loro sguardi non sono piu’ sofferenti né rassegnati per un destino beffardo, come forse erano all’inizio, perché l’oblio ha sconfitto la memoria. “Forse è meglio che nessuno proveniente dal mondo esterno venga a ricordare a queste creature indifferenti che da qualche parte i gabbiani danzano sull’Atlantico e il vento mormora fra i boschetti di palme”, commenta , alla fine, con amarezza la Wharton. E approfitta per dirci che dovunque la schiavitu’ sta nel rimanere bloccati, immobili, mentre l’evasione è quel guardare oltre, quel volare con la mente e con il corpo che si ha nel viaggiare e nello scrivere.
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